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L’ambiente scolastico, pur essendo per gli adolescenti un contesto che richiede impegno e che può comportare una quota di frustrazione, è comunque un luogo che contribuisce alla realizzazione di sé, un ambiente che accoglie e contiene e che offre la continuità delle relazioni, ma a volte è anche lo spazio in cui si attivano ed emergono atteggiamenti di sfida tipici dell’età e potenziali disagi emotivi. La presenza di un “luogo”, che accoglie i ragazzi in un momento evolutivamente delicato e controverso quale l’adolescenza, rappresenta l’opportunità per affrontare e risolvere problematiche inerenti la crescita, l’insuccesso, il bullismo, la violenza di qualunque tipo, caratterizzandosi come luogo nel quale si possono esprimere i propri vissuti problematici e rileggerli secondo modalità più adeguate. Lo sportello di Supporto Socio Affettivo si basa essenzialmente sull’ascolto attivo e sul colloquio individuale e/o di gruppo. Questa modalità di intervento è orientata all’accoglienza, alla consulenza, al sostegno individuale e di gruppo e può anche rappresentare il primo contatto con una figura d’aiuto, costituendo, nei casi di situazioni più a rischio, quel collegamento verso una presa in carico più ampia e articolata all’interno di adeguate strutture territoriali.
L’idea del progetto è quella di offrire ai ragazzi partecipanti la possibilità di far emergere attraverso il lavoro autobiografico i propri vissuti e procedere verso la loro elaborazione. Una volta enucleati gli episodi di vita particolarmente esplicativi i ragazzi saranno guidati nello scegliere la strategia narrativa e nell' apprendere le tecniche più a loro congeniali per raccontarli Si realizza una “Biblioteca Vivente” , in cui i ragazzi divengono “libri vivi” , che raccontano un’esperienza significativa e simbolica, invitando i lettori non a sfogliare pagine, ma ad ascoltare un loro pari che li conduce attraverso quel vissuto.
Questa esperienza individuale e di gruppo, si configura come dispositivo che promuove una dimensione ecologica della relazione e della comunicazione. Offre l’opportunità di sperimentare un lavoro su stessi di tipo biografico-narrativo per ricomporre le esperienze pregresse alla luce di un nuovo riconoscimento e una nuova attribuzione di senso. Successivamente diviene luogo di incontro con l’altro, luogo dove riconoscere e sviluppare i diversi linguaggi relazionali ed emotivi. Il percorso vuole orientare verso una riconsiderazione della propria identità in termini sistemici a partire dal dialogo con gli aspetti profondi di sé stessi e conseguentemente con tutti i contesti di riferimento; acquisire nuove competenze per agire strategie efficaci al contrasto delle disfunzioni comunicative e favorire il miglioramento della qualità delle relazioni. Gli strumenti proposti afferiscono a diverse aree di sperimentazione pedagogica: dalla pedagogia narrativa, alla pedagogia dell’interiorità, alla pedagogia del desiderio, con l’intento di esplorare le strategie più funzionali per ogni diade docente-discente. Il corso ha una impostazione pratica ed esperienziale, l'obiettivo principale è quello di fornire strumenti utili e pratici per la gestione della classe, che verranno illustrati e sperimentati durante il corso.
Il terzo anno rappresenta il coronamento del percorso formativo, con l'approfondimento della figura professionale del Counselor e delle specifiche tecniche di Counseling. Attraverso un approccio integrato che considera l'individuo nella sua interezza, il Counselor è in grado di instaurare un rapporto di aiuto efficace e umano con il cliente. Durante questo anno, saranno potenziate competenze come l'ascolto attivo, l'empatia, il rispetto della soggettività dell'altro, la capacità di motivare il cambiamento e di adattare l'intervento alle esigenze specifiche del cliente. Verranno approfonditi temi come l'Etica e la Deontologia professionale, i confini e le tecniche specifiche del Counseling, per fornire agli studenti tutte le competenze necessarie per diventare dei professionisti competenti ed etici nell'ambito della relazione d'aiuto.
Il secondo anno è la naturale prosecuzione del primo: viene esplorato e approfondito ciò che ciascuno porta nelle proprie dinamiche interpersonali, ovvero come influisce, più o meno consapevolmente, nei processi e nei risultati delle relazioni che viviamo. Si tratta di un anno per entrare in contatto con la propria autenticità espressiva ed emotiva, sia a livello individuale che relazionale. Saranno affrontati temi come i propri giochi relazionali, per svelarli e scoprire la forza e il valore del maschile e del femminile; verranno approfonditi possibili conflitti emotivi, con particolare attenzione alla rabbia, per trasformare l'energia della tensione in slancio vitale.
Il primo anno del percorso formativo mira a comprenderne, attraverso l'empatia, le dinamiche personali che influenzano, positivamente o negativamente, i comportamenti della propria vita. Questo costituisce il primo passo verso l'evoluzione personale, in quanto fornisce gli strumenti per individuare gli "occhiali" attraverso cui interpretiamo la realtà e la vita. Le Costellazioni, la teatroterapia, le pratiche corporee e quelle espressive rappresenteranno un importante strumento per la lettura delle rappresentazioni personali. Saranno affrontati argomenti quali il bambino interiore, ovvero quella parte della nostra personalità che rimane sempre bambina e che, quindi, conserva le caratteristiche del mondo dell'infanzia, come la giocosità, lo stupore, i bisogni, le attese e la vulnerabilità. Sarà anche esplorata la parte che definisce e caratterizza le regole, le barriere morali e il codice etico, stabilendo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, creando il nostro palcoscenico interiore. L'obiettivo è riconoscere i copioni personali che recitiamo ogni giorno, determinando la nostra identità di genere, sia essa maschile o femminile.
Sono una educatrice professionale di comunità, un mediatore familiare sistemico, counselor sistemico transazionale e costellatrice familiare. Sono sempre stata
interessata alla ricerca di nuove conoscenze per migliorare la mia personale inclinazione a volermi mettere a disposizione dell’altro, all’aver cura dell’altro. Accompagnare per un pezzo di strada qualcuno che porta su di sé il peso di un suo disagio, orientarlo nel far emergere le sue qualità e capacità per potersene alleggerire o liberare.
Mi sono formata in scienze e tecniche psicologiche e in scienze della formazione, sono mediatrice culturale e counselor relazionale formatrice AICo. Credo molto nel counseling come l’arte di aiutare le persone ad aiutarsi e sono affascinata dalla comunicazione in tutte le sue forme. Mi occupo da molti anni in molte maniere del sostegno alla persona e se dovessi raccontarmi con una citazione sceglierei Erving Polster: Ogni vita merita un romanzo.